La banalità del bene Dalla pena capitale agli stermini: la morte come progetto
Di uno scrittore di uomini misteriosi
Descrizione
C’è un filo logico che collega la pena capitale a uno sterminio: entrambi sono una decretazione di morte inclusa in una volontà politica: la prima individuale, la seconda in massa.Per spiegare la morte come progetto politico l’autore ha risposto con un approccio multidisciplinare a delle semplici domande: cos’è? Perché? Chi la fa? A chi? Con chi? Dove? Quando? In quale contesto? Con quali conseguenze?Prendendo poi le mosse dal costrutto della «Banalità del male» di Arendt, l’autore ha elaborato un nuovo punto di vista sugli esecutori, che proprio banali non sono. Non si è trattato di ribaltare completamente il pensiero di Hannah Arendt, ma di aggiungere una aggravante ai loro comportamenti. Per questo l’autore preferisce utilizzare l’espressione «banalità del bene». La banalità del male presuppone un vuoto cognitivo, di giudizio; mentre al contrario la banalità del bene è un pieno di nuove norme morali, di nuovi giudizi, di premeditazione e di passione. In questo contesto è un bene che diventa banale, perché instaura una precisa grammatica di potere che decide chi deve vivere e chi deve morire. Un potere che conduce l’Essere all’essere, insomma solo a un principio biologico della vita. Non importa se il programma di salvezza degli esecutori della morte prevede la dannazione di una parte dell’Umanità. L
C’è un filo logico che collega la pena capitale a uno sterminio: entrambi sono una decretazione di morte inclusa in una volontà politica: la prima individuale, la seconda in massa.Per spiegare la morte come progetto politico l’autore ha risposto con un approccio multidisciplinare a delle semplici domande: cos’è? Perché? Chi la fa? A chi? Con chi? Dove? Quando? In quale contesto? Con quali conseguenze?Prendendo poi le mosse dal costrutto della «Banalità del male» di Arendt, l’autore ha elaborato un nuovo punto di vista sugli esecutori, che proprio banali non sono. Non si è trattato di ribaltare completamente il pensiero di Hannah Arendt, ma di aggiungere una aggravante ai loro comportamenti. Per questo l’autore preferisce utilizzare l’espressione «banalità del bene». La banalità del male presuppone un vuoto cognitivo, di giudizio; mentre al contrario la banalità del bene è un pieno di nuove norme morali, di nuovi giudizi, di premeditazione e di passione. In questo contesto è un bene che diventa banale, perché instaura una precisa grammatica di potere che decide chi deve vivere e chi deve morire. Un potere che conduce l’Essere all’essere, insomma solo a un principio biologico della vita. Non importa se il programma di salvezza degli esecutori della morte prevede la dannazione di una parte dell’Umanità. L'AutoreRenzo Paternoster è nato il 15 maggio 1965 a Gravina in Puglia (Bari), dove risiede. Laureato in Scienze politiche, il suo ambito di ricerca è la Violenza politica. È nel comitato scientifico del “Centro Studi di Storia Contemporanea ‘Carlo Gabrielli Rosi’” (Lucca) e di “Filosofia e Politica. Rivista di studi filosofici, politici e sociali” (Roma); nella redazione di “Storia in Network” (Milano) e di “AlGraMà. Coltivatori di menti” (Altamura –Bari). Collabora con riviste scientifiche e di divulgazione. Ha ricevuto numerosi premi per le sue pubblicazioni. Tra i suoi lavori a stampa: Guerrocrazia. Storia e cultura della politica armata (Roma, 2014), La politica del Terrore. Il Terrorismo: storia, concetti, metodi (Roma, 2015). Con Tralerighe ha pubblicato La politica del male. Il nemico e le categorie politiche della violenza (2019), La Politica dell’esclusione. Deportazione e campi di concentramento (2020) e Il vizio dello stupro. L’uso politico delle violenze sulle donne (2021).
C’è un filo logico che collega la pena capitale a uno sterminio: entrambi sono una decretazione di morte inclusa in una volontà politica: la prima individuale, la seconda in massa.Per spiegare la morte come progetto politico l’autore ha risposto con un approccio multidisciplinare a delle semplici domande: cos’è? Perché? Chi la fa? A chi? Con chi? Dove? Quando? In quale contesto? Con quali conseguenze?Prendendo poi le mosse dal costrutto della «Banalità del male» di Arendt, l’autore ha elaborato un nuovo punto di vista sugli esecutori, che proprio banali non sono. Non si è trattato di ribaltare completamente il pensiero di Hannah Arendt, ma di aggiungere una aggravante ai loro comportamenti. Per questo l’autore preferisce utilizzare l’espressione «banalità del bene». La banalità del male presuppone un vuoto cognitivo, di giudizio; mentre al contrario la banalità del bene è un pieno di nuove norme morali, di nuovi giudizi, di premeditazione e di passione. In questo contesto è un bene che diventa banale, perché instaura una precisa grammatica di potere che decide chi deve vivere e chi deve morire. Un potere che conduce l’Essere all’essere, insomma solo a un principio biologico della vita. Non importa se il programma di salvezza degli esecutori della morte prevede la dannazione di una parte dell’Umanità. L'AutoreRenzo Paternoster è nato il 15 maggio 1965 a Gravina in Puglia (Bari), dove risiede. Laureato in Scienze politiche, il suo ambito di ricerca è la Violenza politica. È nel comitato scientifico del “Centro Studi di Storia Contemporanea ‘Carlo Gabrielli Rosi’” (Lucca) e di “Filosofia e Politica. Rivista di studi filosofici, politici e sociali” (Roma); nella redazione di “Storia in Network” (Milano) e di “AlGraMà. Coltivatori di menti” (Altamura –Bari). Collabora con riviste scientifiche e di divulgazione. Ha ricevuto numerosi premi per le sue pubblicazioni. Tra i suoi lavori a stampa: Guerrocrazia. Storia e cultura della politica armata (Roma, 2014), La politica del Terrore. Il Terrorismo: storia, concetti, metodi (Roma, 2015). Con Tralerighe ha pubblicato La politica del male. Il nemico e le categorie politiche della violenza (2019), La Politica dell’esclusione. Deportazione e campi di concentramento (2020) e Il vizio dello stupro. L’uso politico delle violenze sulle donne (2021).
La banalità del male: trama, analisi, frasi
Foundation / Foundation and Empire / Second Foundation / The Stars, Like Dust / The Naked Sun / I, Robot by Isaac Asimov
Pena di morte e povertà, il tema della giornata mondiale - Amnesty International Italia
Stop alla pena di morte in Kazakistan. Sant'Egidio: avanza il rispetto della vita
Una buona economia per tempi difficili - Abhijit V. Banerjee - Esther Duflo
Gent Manifesto Enrico Pastore
Alessandro Barbero: la Storia, L'ultima ghigliottina dello Stato Pontificio
Elena Stancanelli - Dissipatio
PDF) La banalità del bene. Dalla pena capitale agli stermini: la morte come progetto politico
Sera in paradiso - Winleoo
LE LEGGI ANTIEBRAICHE NELL'ORDINAMENTO ITALIANO by Biblioteca Militare - Issuu
da
per adulto (il prezzo varia in base alle dimensioni del gruppo)