Domani e per sempre - Taccuino Creativo

Di uno scrittore di uomini misteriosi

Descrizione

“Per viaggiare lontano non c’è miglior nave di un libro.” – Emily Dickinson – Quando ho incontrato Kajan era con suo nonno, un sabato pomeriggio di maggio. “La guerra nasce prima nella mente di pochi, poi in quella di molti, poi dalle menti passa alle mani e alle gambe e da lì si sposta negli occhi. E poi, anche quando finisce, negli occhi rimane.Resta lontano dalla guerra, Kajan, non guardarla mai, è una cosa brutta, io lo so.” Da quel momento ho cominciato a conoscere il suo mondo, a me lontano, e a viaggiare con lui in quel mondo fatto di guerra e rumore, di silenzio e musica, di amore e separazioni, di legami, tradimenti e amicizie, di dolore e speranza. “…Se la guerra è rumore, allora la musica non può che essere silenzio.” E in quel viaggio incredibile mi sono scoperta immersa e toccata in diversi momenti da svariate emozioni.Mi sono ritrovata a riflettere ancora una volta su quello che molti chiamano destino, a come ogni più piccola scelta di ciascun individuo, anche la più semplice (come ad esempio in quale locale andare a mangiare), potenzialmente, può cambiare il corso della propria esistenza e di quella altrui. Mi sono ritrovata a meditare su quale sia il mio “domani e per sempre” e se sia soltanto uno. Il lunedì sera successivo ho salutato Kajan con quella malinconia che si prova quando si svolta l’ultima pagina e si chiude un libro, ma quasi certa che, come capita quando mi affeziono a qualcuno, non sarebbe stato un addio definitivo. Mi sarebbe presto successo di ripensare alle vicende di Kajan e di immaginare tutto quello che della storia non è stato raccontato dall’autore (avviene sovente quando cammino e vado a spasso con i miei pensieri). “…Per ogni colpo che la sorte gli aveva inferto, pensò, gli aveva riservato anche una carezza, una piccola salvezza, come una fessura in cui infilare una mano per appoggiarsi durante la scalata di una parete liscia e priva di appigli. Forse è vero che la vita con una mano ti lancia nel vuoto e con l’altra ti afferra poco prima che tu cada al suolo.” Grazie Ermal, ancora una volta mi hai fatto un dono speciale, in un modo inconsueto dal solito, letto tutto d’un fiato. Tra le righe, nelle parole, c’era rumore, silenzio, musica. Ho sentito, il rumore, il silenzio e la musica della vita!Grazie, domani e per sempre! “…Quello che ci accomuna è il respiro. Tutti respiriamo per vivere. Ma c’è un momento in cui anche il respiro è in pausa, in cui rimane in silenzio. Quella frazione di secondo fra l’inspirazione e l’espirazione in cui i polmoni si fermano, ma noi continuiamo a vivere. Mezzo secondo di niente, in cui tuttavia continuiamo ad esistere. Sei secondi al minuto in cui l’aria non entra né esce, centoquaranta minuti in ventiquattro ore, trentasei giorni in un anno, sei anni in settant’anni in cui il tempo si ferma nei nostri polmoni. Sembra tanto, ma non ce ne accorgiamo, e mentre danziamo con la morte sorridiamo alla vita, un respiro dopo l’altro, una nota dopo l’altra, un silenzio dopo l’altro.”